Aggiornato il Codice della Pubblica Amministrazione Digitale. Con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale n. 99 del 29.04.06, del Decreto Legislativo del 4.04.06, n. 159, il Consiglio dei Ministri, ha approvato le disposizioni integrative e correttive al Codice dell'Amministrazione digitale (decreto legislativo del 7.03.05, n. 82). Il Codice dell’Amministrazione Digitale, nato dopo due anni lavoro, dalla collaborazione tra istituzioni nazionali e locali, è stato redatto in con il contributo di tutte le amministrazioni statali interessate e con il contributo di personalità del mondo universitario, della ricerca, dell'impresa, degli ordini professionali e delle associazioni di categoria. Il Codice entrato in vigore nel 2006 è una sorta di linea guida delle nuove norme per l'utilizzo delle nuove tecnologie nella Pubblica Amministrazione. La Pubblica amministrazione complessivamente spende cifre importanti in nuove tecnologie (circa 1.300 milioni di euro la Pubblica amministrazione locale e circa 1.800 milioni di euro la Pubblica amministrazione centrale e gli Enti non economici) e ha dotato quasi tutti i dipendenti (91 per cento) di un posto di lavoro in rete. A questo impegno, spesso, non ha fatto seguito, una crescita dell’efficienza e quindi un risparmio nei costi di funzionamento. Il Codice dell’Amministrazione Digitale, detta le condizioni normative per realizzare una Amministrazione pubblica che sia più efficiente, elimini gli sprechi e in definitiva costi meno. Il Codice comporterà la realizzazione di un Sistema Pubblico di Connettività, una sorta di “rete autostradale digitale”, che collegherà in rete tutte le Pubbliche Amministrazioni centrali e locali, con regole tecniche e standard comuni ed elevati livelli di sicurezza, consentendo, la creazione della più grande rete telematica pubblica sinora realizzata in Italia, che garantirà l'interconnessione e la piena "cooperazione digitale" fra tutti i pubblici uffici. Lo scopo principale del Codice dell’Amministrazione Digitale è di sollevare, dall'obbligo di esibire i certificati da un'amministrazione all'altra, per cittadini e imprese, nel momento in cui tutte le P.ubblica amministrazione, statali, regionali e locali, attraverso la rete, avranno a disposizione reciprocamente tutte le informazioni e i documenti utili riguardanti il cittadino e le imprese. Con l’ultimo dispositivo integrativo approvato, il Codice rafforza ulteriormente il diritto dei cittadini a scambiare comunicazioni, mediante posta elettronica con le Pubbliche Amministrazioni, non più solo quelle centrali, ma anche quelle regionali e locali e, in caso di mancata risposta, riconosce loro il diritto di rivolgersi al giudice amministrativo per obbligare i pubblici uffici a rispettare tale obbligo.
L’eliminazione dei certificati Sono 35 milioni i certificati prodotti annualmente dalle Pubblica amministrazione con un costo per i cittadini di circa 13,50 euro per ciascun certificato. La Pubblica amministrazione digitale potrà praticamente azzerare il numero dei certificati necessari attraverso la trasmissione dei documenti tra am-ministrazioni e la condivisone dei database. I cittadini e le imprese potrebbero quindi risparmiare oltre 400 milioni di euro.
La comunicazione via e-mail Si sono stimati in 31 milioni i messaggi di posta elettronica, inviati tra pubbliche amministrazioni e nei contatti di queste con l'esterno e in 18 euro il risparmio ottenuto per messaggio rispetto alla gestione di un messaggio di posta fisico. Il Codice, riconoscendo piena validità giuridica alle comunicazioni per via telematica, pone le basi per un incremento di tale numero e soprattutto per una sostituzione quasi totale della vecchia trasmissione cartacea. Per facilitare le comunicazioni attraverso e-mail, è stata fissata nel 1.09.06, la data entro cui le amministrazioni pubbliche dovranno dotarsi di un indirizzo di posta elettronica istituzionale, ossia utilizzabile e conoscibile da tutti, ed uno di posta elettronica certificata, per dare in più la certezza legale delle comunicazioni.
Gli archivi digitali Tutti gli atti, i dati, i documenti, le scritture contabili ed anche la corrispondenza prodotti o riprodotti in maniera digitale secondo le regole che garantiscono la conformità agli originali hanno la stessa validità giuridica di documenti cartacei e devono essere conservati in archivi informatici. Con la conservazione digitale, si riducono tempi e costi di ricerca dei documenti, ma anche i costi di gestione e manutenzione degli archivi: processi più veloci, risparmi di spesa per le ammi-nistrazioni, enorme recupero di spazi prima occupati da ingombranti archivi cartacei.
Le conferenze dei servizi on-line Il Codice prevede la possibilità che le “conferenze di servizi” indette su particolari procedimenti pubblici si svolgano on-line, evitando viaggi, spese di trasferta, perdite di tempo e quindi con un notevole risparmio di denaro e una maggiore velocità.
Il riuso delle tecnologie Il Codice istituisce la banca dati dei programmi informatici riutilizzabili, un elenco di pro-grammi applicativi di proprietà pubblica. Prima di acquisire nuove applicazioni tecnologiche le pubbliche amministrazioni devono verificare se vi sono soluzioni riutilizzabili, che sono cedute in maniera gratuita dalle amministrazioni titolari. Il processo di riuso abbatte i costi degli in-vestimenti in tecnologie e aiuta anche le amministrazioni con minore capacità di spesa ad acquisire tecnologie innovative.
Gli sportelli per le imprese Tra le novità più rilevanti dettate dal dispositivo approvato di recente, c’è la realizzazione dello Sportello Unico per le Attività Produttive, il cosiddetto "Sportello per le Imprese", che diviene a tutti gli effetti uno "Sportello telematico". Questo sportello, dovrà consentire l'invio di istanze, dichiarazioni, documenti ed ogni altro atto trasmesso dall'istante in via telematica, determinando enormi vantaggi per le imprese, che risparmieranno tempo e denaro, nello svolgimento delle loro pratiche burocratiche. |