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11/09/2006
Semaforo verde per il nuovo Meda
La Corte dei conti europea ha pubblicato sulla Gazzetta ufficiale comunitaria del 24 agosto n. C 200, la relazione speciale n. 5/2006 sul programma Meda (dal francese mesures d’accompagnement), corredata delle risposte della Commissione europea. Il programma Meda è il principale strumento finanziario della Commissione Europea, per l’attuazione del progetti di partenariato euromediterraneo.
Nel 1995, l’Ue e 12 paesi del Mediterraneo hanno deciso di avviare una nuova fase nelle loro relazioni, chiamata “processo di Barcellona”, il cui obiettivo principale era lo sviluppo di diversi aspetti del partenariato, inclusa la dimensione politica, economica e finanziaria, nonché sociale e culturale. I paese partner coinvolti dal programma attualmente sono: Marocco, Algeria, Tunisia, Egitto, Giordania, Autorità Palestinese, Libano e Siria. Il programma Meda ha avuto a disposizione una dotazione di 8.000 milioni di euro per il periodo 1995-2006. Alla fine del 2005 sono stati impegnati, per diversi progetti e programmi, circa 7.000 milioni di euro e spesi circa 4.000 milioni di euro. Nella decennio 1995-2000 a beneficiare maggiormente del sostengo del programma MEDA nelle versioni I e II sono stati il Marocco con 1.472 milioni di euro, la Cisgiordania/Gaza con 1.150 milioni di euro e la Tunisia con 875 milioni di euro.

Attività
Con riferimento al contributo del programma Meda al sostegno Comunitario, la Relazione della Corte dei Conti indica i seguenti punti:
- che è stato pertinente rispetto ai bisogni dei Paesi interessati;
- che è stato focalizzato su un numero limitato di settori, nei Paesi esaminati;
- che ha incoraggiato l’assunzione di responsabilità mediante un utilizzo crescente del sostegno al bilancio;
- ha realizzato misure rivolte allo sviluppo delle capacità.
In effetti il programma Meda, come segnala la relazione, nei suoi 10 anni di attuazione, ha ottenuto ad oggi, risultati concreti ancora limitati, in quanto molti progetti non sono ancora giunti a termine. Per la gran parte dei Paesi Meda, l’impatto del sostegno comunitario non dipende tanto dalla sua entità finanziaria, quanto dalle iniziative intraprese per affrontare problematiche delicate, come le riforme politiche e il sostegno alle fasce più povere della popolazione.

Gestione
La gestione del programma Meda da parte della Commissione è nettamente migliorata rispetto agli inizi, tanto da ritenersi soddisfacente, in quanto gli sforzi della programmazione conducono ad una più adeguata ripartizione delle risorse nel tempo, a tempi di preparazione più brevi e a un significativo incremento degli esborsi. Gli elementi che hanno contribuito a questa crescita sono:
- l’aumento nel numero dei progetti e programmi;
- un utilizzo più diffuso, nell’insieme del programma, del sostegno diretto al bilancio;
- il generale effetto positivo della gestione decentrata sulla preparazione dei progetti;
- monitoraggio e valutazione più sistematica;
- rafforzamento del dialogo e del coordinamento con le controparti.
L’elemento negativo che ha causato ritardi nell’attuazione del programma è stato legato alle norme per l’attribuzione degli appalti pubblici.
Dal 2000 nell’ambito del programma Meda II la situazione è andata migliorando rispetto all’attuazione del Meda I. Col tempo l’impegno finanziario dell’Unione Europea nei confronti dei Paesi Partner del Mediterraneo è risultato decisamente cospicuo, in merito, soprattutto agli interventi di copertura delle riforme di politica sociale, volte a far fronte a problemi di base.

Strumento
In vista della scadenza, nel 2006, del regolamento Meda e dell’entrata in vigore del nuovo strumento europeo di partenariato European Neighbourhood and Partnership Instrument, la Corte raccomanda che la Commissione Europea:
- assicuri una transizione rapida e agevole verso i nuovi programmi nazionali, onde evitare conseguenze negative sulla loro futura attuazione;
- definisca più chiaramente gli obiettivi strategici nei nuovi documenti di programmazione nazionali e stabilisca indicatori appropriati, in modo da migliorare il monitoraggio e la valutazione dell'impatto;
- continui a focalizzare il proprio sostegno su un numero limitato di aree d'intervento al fine di garantire la coerenza e la gestibilità dei programmi;
- prosegua nella ricerca delle migliori pratiche di gestione dei progetti per evitare ritardi.
Dall’analisi di valutazione della Corte dei Conti risulta che i progetti vantano un approccio globale e un partenariato operativo molto solido con una buona gestione.
Per il futuro è previsto un controllo a posteriori volto a favorire la sostenibilità e a promuovere azioni di sostegno. Per raggiungere tali obiettivi, la Commissione continuerà a promuovere un ruolo sempre maggiore dei Paesi partner nell’individuazione degli strumenti e delle attività di cooperazione più appropriati. A livello di attuazione, la Commissione intende portare avanti e, per quanto possibile, accelerare la transizione dai progetti tradizionali agli interventi di sostegno settoriali, impegnandosi inoltre ad una cooperazione sempre più estesa con la società civile.
La Commissione con la nuova politica in materia di relazioni esterne con i paesi vicini, denominata European meigh bourhood Policy (enp), nel quadro della quale entrerà in vigore, nel 2007, un nuovo strumento finanziario (lo Strumento europeo di prossimità e partenariato) che sostituirà parecchi altri programmi, MedaA incluso. Come primo passo in vista dell'attuazione dell'Enp, sono in corso la preparazione di piani d'azione specifici per tutti i paesi partner.
Dato che questi piani d'azione presentano un insieme di priorità che coprono tutti gli ambiti della cooperazione, l'imminente serie di Documenti di strategia nazionale (DSN), per il periodo 2007-2013, dovrà probabilmente concentrarsi su un minor numero di aree di intervento.
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