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Internazionalizzazione delle imprese
 
  
PMI 01/09/2006
Contributi per studi di fattibilità all'estero
Ministero del Commercio Internazionale - DIREZIONE GENERALE PER LA PROMOZIONE DEGLI SCAMBI - Div.II - Finanziamento pubblico del 75% di studi di fattibilità all’estero (G.U. 22 agosto 2006 - n. 194).

 Obiettivi
Nel 2005 il Ministero del Commercio Internazionale (già Ministero delle Attività Produttive) in collaborazione con l’ICE, ha introdotto due nuove linee di intervento mirate a favorire l’internazionalizzazione delle PMI e, in particolare, i loro investimenti all’estero mediante:
- la Misura A, che prevede l’aggregazione delle imprese di piccole dimensioni in distretti, consorzi, filiere, RTI, intorno a progetti di internazionalizzazione congiunti, a cui sono destinate risorse per 4 milioni di €;
- la Misura B, che prevede il trasferimento di “conoscenza” dalle Università alle PMI italiane, utile ad accrescere le loro capacità di agire sui mercati, a cuisono destinate risorse per 3 milioni di €.
Il cofinaziamento coprirà il 75% dei costi dello studio di fattibilità, fino ad un massimo di € 150.000,00. La restante quota della spesa è a carico dei richiedenti. Gli studi di fattibilità devono essere direttamente finalizzati ad investimenti all’estero. Condizione essenziale per una positiva valutazione della richiesta è l’esplicito e concreto proposito dei richiedenti di effettuare il successivo investimento. La diretta finalizzazione dello studio di fattibilità ad un investimento congiunto delle imprese (condivisione dei servizi) deve essere evidenziata e documentata attraverso l’indicazione delle attività preliminari già poste in essere e l’illustrazione degli elementi finanziari ed organizzativi già ipotizzati in vista dell’investimento.

 Misura A
E’ una modalità innovativa di intervento del Ministero del Commercio Internazionale, con la quale si vuole stimolare l’internazionalizzazione delle PMI organizzate in distretti, raggruppamenti, o consorzi.
La misura A vuole incentivare la presenza stabile e aggregata all’estero di piccole imprese, tramite il finanziamento di studi di fattibilità preliminari ad investimenti relativi a insediamenti permanenti collettivi di natura commerciale o produttiva.
Il raggruppamento deve essere formato da almeno 5 PMI organizzate in distretti, in consorzi, in raggruppamenti (RTI). Le richieste potranno essere presentate anche tramite Regioni, Associazioni settoriali di categoria, nazionali o territoriali, Camere di commercio, purché sottoscritte anche da almeno 5 imprese. Nel caso di Consorzi il cui Presidente sia legalmente autorizzato a rappresentare le imprese associate, sarà sufficiente la sottoscrizione del Presidente, ma dovranno essere indicate le ragioni sociali di almeno 5 imprese che realizzeranno il futuro investimento. Gli studi di fattibilità devono riguardare Paesi non appartenenti all’Unione Europea e devono essere finalizzato al successivo investimento all’estero, riguardante strutture stabili, quali:
- show room collettive (esclusi uffici di rappresentanza e punti vendita al dettaglio);
- centri collettivi di servizi che svolgano funzioni di: assistenza post vendita, formazione, gestione di /magazzini/ricambi, assistenza tecnica;
- impianti produttivi di beni o servizi (comprese reti distributive).

 Misura B
E’ una modalità innovativa di intervento del Ministero del Commercio Internazionale, con la quale si vuole stimolare la collaborazione all’estero tra Università e/o Parchi tecnoscientifici italiani e imprese nazionali. La misura B intende favorire gli investimenti di PMI nei mercati esteri, specie nei settori innovativi, incentivando la funzione di traino delle Università e dei Parchi tecnoscientifici italiani, quali strumenti efficaci per l’acquisizione e la cessione di "conoscenza" e di tecnologia. I raggruppamenti dovranno essere formati da Università o Parchi tecnoscientifici o Centri e Istituti di ricerca, insieme alle imprese italiane coinvolte nel progetto. La domanda deve essere sottoscritta anche da almeno un'impresa italiana che partecipa al progetto e al successivo investimento. I mercato obiettivi devono essere di Paesi non appartenenti all’Unione Europea. Lo studio di fattibilità deve essere finalizzato a successivi investimenti all’estero, riguardanti:
- l’implementazione di brevetti;
- la costituzione di joint ventures e di start up;
- l’innovazione di processi;
- l’ingegnerizzazione di prodotti.
I risultati dello studio restano a disposizione del Ministero e dell'ICE.

 Spese ammissibili
Il preventivo dei costi potrà prevedere solo spese quantitativamente e qualitativamente funzionali alla realizzazione dello studio di fattibilità, riconducibili alle seguenti tipologie:
- attività di consulenza professionale (compresi i viaggi e i soggiorni) prestata dal soggetto realizzatore per elaborare lo studio (secondo i parametri comunitari – senior e junior);
- spese di viaggio e soggiorno del referente o, se diverso, del soggetto incaricato dalle aziende interessate di seguire la realizzazione dello studio (secondo i parametri comunitari);
- servizi strumentali acquistati in Italia o sul mercato estero (es. traduzioni, consulenze specifiche).
Sono escluse le spese non direttamente funzionali allo studio e, in particolare:
- spese per strutture (affitti, utenze)
- partecipazioni ad eventi promozionali (fiere, seminari, ecc.)
- spese di pubblicità (brochure, inserzioni)
Nel preventivo potranno figurare spese interne dei soggetti imprenditoriali richiedenti fino ad un massimo del 10% del costo complessivo dello studio di fattibilità.

 Valutazione
La valutazione sarà affidata ad un Comitato paritetico Ministero Commercio Internazionale-ICE che, ai fini dell’attribuzione dei punteggi, si baserà sui seguenti criteri:
a) coerenza nella proposta con le finalità del presente intervento (aggregazioni di più imprese coinvolte, innovatività del progetto, presenza nel futuro investimento di un partner estero, eventuale effetto filiera, ecc.);
b) grado di affidabilità della proposta in rapporto al successivo investimento (attività preparatoria specifica svolta in funzione del futuro investimento, partecipazione a programmi europei, ricerche già realizzate, intese formali sottoscritte con organismi esteri locali, ecc.);
c) dettagli nell’indicazione del futuro investimento che è oggetto dello studio di fattibilità (elementi previsti in termini di possibile costo dell’investimento, modalità di copertura finanziaria, misure organizzative ipotizzate in vista dell’investimento, ecc.);
d) settori di intervento (priorità settoriali: bionanotecnologie, aerospazio, chimica, ambiente);
e) contenuti dello studio di fattibilità (coerenza delle voci di spesa con l’investimento ipotizzato, piano di lavoro particolareggiato con descrizione e distribuzione delle attività nel tempo, risultati attesi per ciascuna fase dello studio, localizzazione delle attività, previsione in dettaglio dei costi, risorse umane necessarie per ciascuna fase dello studio, esperienze specifiche in termini di settore/Paese del soggetto incaricato dello studio di fattibilità);
f) indicazioni fornite dagli Uffici ICE nel mercato;
g) rispondenza del mercato prescelto con le strategie pubbliche nazionali (Paesi con i quali l’Italia ha stipulato Accordi o Memorandum of understanding - reperibili nel sito www.mincomes.it - per favorire la collaborazione tra PMI).

 Scadenza
Le domande devono essere inoltrate all’ICE in originale e al Ministero in copia entro e non oltre il 31 ottobre 2006, per posta raccomandata (nel qual caso vale la data del timbro di partenza) o con consegna a mano. La domanda va presentata in carta semplice entro il 31 ottobre 2006 e trasmessa integralmente anche via mail all’indirizzo di posta: finanziamentostudi@ice.it



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